Schema dieta Blackburn: menu tipo.
Abbiamo già approfondito la dieta Blackburn come facente parte del novero delle diete chetogeniche e abbiamo anche analizzato le cause del forte dimagrimento che provocano. Tra i vari modelli proposti (Dukan, Atkins) ci siamo soffermati proprio sulla dieta Blackburn, spiegando nello specifico i pro e contro del protocollo e su chi può o meno seguirlo ma, adesso, in uno step successivo, ci proponiamo di curare l’aspetto pratico, riportando il menù tipo ed esempi su come applicarla.
La dieta Blackburn deve essere seguita SEMPRE sotto controllo di uno specialista (medico, biologo o dietista) e in opportune condizioni di salute, dev’essere un approccio globale che viene seguito secondo lo schema proposto, senza variazioni.
Il ciclo deve durare 21 giorni, non oltre, nei quali si consuma un pasto al giorno a base di carne o pesce e verdure fibrose, mentre gli altri due prevedono un preparato proteico (clicca qui per una panoramica generale sui preparati proteici).
E’ fondamentale, inoltre, aggiungere alla dieta degli opportuni integratori, per regolare in modo ottimale l’intestino e ottimizzare la perdita di massa grassa, preservando la massa magra.
ESEMPIO DIETA BLACKBURN:
Colazione: Proteine del siero del latte + multivitaminico
Spuntino: integratore
Pranzo: una porzione di carne magra (pollo, tacchino, vitello, agnello ecc.) + una di verdura fibrosa (per es. lattuga, spinaci, broccoli, finocchi, sedano, ravanello, melanzane, ecc.) conditi con poco olio extravergine di oliva
Spuntino: integratore
Cena: Bevanda proteica (vd colazione)
Quindi, sono ESCLUSI per 21 giorni dalla dieta Blackburn:
Latticini: latte, yogurt, formaggi, mozzarella
Legumi: fagioli, ceci, piselli, lenticchie
Cereali: pasta, riso, pane, crackers, grissini, biscotti, crusca, cereali e cornflakes
Uova
Frutta: tutta
Verdura: pomodori, carote, patate, cavolfiori, peperoni
Il dosaggio degli integratori, il tipo di proteine in polvere con le specifiche caratteristiche e la grammatura degli alimenti durante il pasto, devono essere consigliati da uno specialista.
Questi 21 giorni consentiranno al corpo di entrare nel meccanismo della chetosi, cominciando a produrre i corpi chetonici grazie ai quali l’organismo sopperirà la mancanza di zuccheri.
Durante questo ciclo, potrà succedere di:
- avvertire mal di testa (al corpo cominciano a mancare gli zuccheri)
- sentirsi stanchi (l’organismo ha esaurito le scorte di carboidrati)
- avere l’alito cattivo o la bocca impastata (è cominciata la produzione di corpi chetonici)
- avere un’accentuata diuresi (conseguenza di un’alimentazione prevalentemente liquida)
- avere l’intestino irregolare con presenza di stipsi (a causa del mancato apporto di fibra)
Di contro, quando i corpi chetonici circoleranno nel corpo, avremo:
- mancanza di fame
- miglioramento dell’aspetto cutaneo (pelle più liscia e luminosa)
- senzazione di energia e iperattività
- maggiore definizione muscolare
- Perdita di peso consistente, principalmente di massa grassa
- Capelli più forti
- Miglioramento della cellulite
Introdurre carboidrati durante questi 21 giorni, vorrà dire uscire dallo stato di chetosi e quindi, vanificare gli sforzi fatti in quanto il corpo, in astinenza da zucchero, si attiverà immediatamente per assimilarlo. Considerato che l’organismo impiega (a seconda della persona e del suo stato fisico) circa 4 giorni per entrare in chetosi, bloccare il processo dopo 10 giorni complessivi avrà come risultato solo una perdita di tempo e non si avranno i forti benefici apprezzabili con il dimagrimento che questa dieta può garantire.
Il risultato di un eccessivo introito di carboidrati durante la chetosi, in aggiunta, potrà essere anche deleterio perché apporterà sensazioni spiacevoli come: appesantimento, gonfiore e spiccata sonnolenza!
Una volta seguito correttamente il protocollo, invece, e quindi al termine dei 21 giorni, si dovrà cominciare rigorosamente una reintroduzione graduale dei carboidrati.
La fase di mantenimento è la più importante e delicata, perché se non viene fatta una corretta introduzione dei carboidrati, si recupereranno rapidamente i chili persi.
Dopo un certo numero di giorni, lo step successivo sarà l’eliminazione delle proteine in polvere per tornare ad un’alimentazione solida ma controllata, ci sono vari modelli alimentari possibili che ottimizzano la perdita di peso ottenuta e che tengono in considerazione i fabbisogni metabolici del corpo.
Una volta arrivati al peso ottimale per la propria salute, si può tornare ad una alimentazione completa, consumando primo, secondo e contorno anche a pranzo e assumendo il giusto stile di vita, evitando eccessi.
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