Ketur test e diete chetogeniche
Chi ha seguito una dieta chetogenica come la Blackburn, un intermittent fasting, una Paleo, una Atkins o semplicemente una Dukan, dovrebbe conoscere bene l’utilità del Ketur Test. E’ una confezione contenente, in linea di massima, 25 striscette reattive che se bagnate con la propria urina si colorano in presenza di chetosi.
Questo rappresenta il metodo più rapido e immediato per controllare se il corpo sta producendo corpi chetonici (acetone, acetoacetato e acido beta idrossibutirrico), indica cioè se c’è stato uno “switch” del metabolismo che ha terminato di utilizzare gli zuccheri ed è passato, in sintesi, a bruciare i grassi per ricavare energia. Di conseguenza, è una misura molto rapida e immediata che attesta se si sta perdendo peso e se la dieta funziona. Maggiore è il colorito viola scuro della striscetta, più è forte la chetosi.
I corpi chetonici vengono fisiologicamente prodotti dal nostro organismo a livello epatico ma in piccole quantità e subiscono destini diversi. In una alimentazione equilibrata, infatti, la principale fonte di energia di pronto utilizzo per il corpo sono gli zuccheri (soprattutto per il cervello), di conseguenza acetoacetato e acido beta idrossibutirrico vengono trasportati fino a tessuti specifici come muscolo scheletrico, corteccia surrenale, cuore e cervello, mentre l’acetato viene eliminato con la normale respirazione. Quando, però, si segue una dieta chetogenica, una volta che le riserve di zuccheri del corpo sono esaurite, questi corpi chetonici aumenteranno in concentrazione e rappresenteranno la principale fonte di energia per il cervello in primis e subito dopo per gli altri tessuti. Il loro aumento fa sì che il corpo ne espella l’eccesso tramite le urine ed ecco che il Ketur test diventa una misura attendibile dello stato di chetosi.
Tuttavia capita spesso (soprattutto quando si seguono questi protocolli in autonomia) che si cominci una dieta di stampo chetogenico senza acquistare il ketur test, sottovalutando il suo utilizzo ma, a mio avviso, questo è un errore perché capita frequentemente di non riuscire a entrare in chetosi, nonostante l’abolizione più o meno lunga nel tempo dei carboidrati. Questo potrebbe essere un problema perché indicherebbe, tra le varie possibili cause, la perdita di massa magra e non di grasso, esattamente l’opposto di quello che ci si aspetta da una dieta di questo tipo.
Ci sono anche casi inversi, in cui si raggiunge lo stato di chetosi e la striscia appare scura e nonostante questo la perdita di peso non c’è o è molto ridotta. Ecco perché è fondamentale intraprendere questo tipo di approccio nutrizionale sempre seguiti da un nutrizionista esperto, che sappia interpretare le situazioni e abbia modo di dare una spiegazione. Non sempre le diete a basso contenuto di carboidrati sono la soluzione al problema e non ci si può affidare al fai-da-te in queste situazioni, si corre il rischio di perdere tempo, danneggiare il metabolismo e magari, paradossalmente, anche di ingrassare.
L’utilizzo del ketur test è molto semplice: occorre bagnare la striscia nell’urina (possibilmente la mattina appena svegli e a digiuno) e poi aspettare 60 secondi per vedere il colorito che assume. I contenitori sono pratici e comodi per essere trasportati ovunque e le misure sono attendibili a patto che le striscette vengano mantenute nel loro contenitore originale per garantirne la sterilità. Raramente il Ketur test può dare dei falsi positivi, in questo caso può essere utile utilizzare un paio di striscette alla volta per avere una controprova e ripetere il giorno successivo la misurazione.
Visto che la confezione di Ketur test non è sempre disponibile in farmacia, chi è interessato al suo acquisto può trovarlo su Amazon cliccando qui.