Le cause dell’autimo infantile: una dieta senza glutine e caseine può aiutare?

Le cause dell’autismo sono ancora sconosciute e i sintomi con cui si presenta, soprattutto nei bambini, sono molto diversi. Oltre alle terapie convenzionali, un inaspettato aiuto può venire da un’alimentazione controllata, principalmente basata su principi antinfiammatori. Oltre alle classiche linee guide, la cosiddetta dieta GAPs è tra i protocolli che fanno registrare maggiori benefici. Anche se non è possibile parlare di una vera e propria dieta per l’autismo a causa delle molteplici sfaccettature del disturbo su cui ancora non si è fatta piena luce e visto che le evidenze scientifiche in tal senso sono ancora insufficienti, vale comunque la pena descrivere questo protocollo, da cui si possono estrapolare dei concetti validi e personalizzare quanto più possibile il piano alimentare con il proprio specialista.

Si può guarire dall’autismo? Questa è la domanda che si pongono tutti i genitori quando devono affrontare la terribile diagnosi di autismo per i loro bambini.  Negli ultimi anni imperversa a riguardo anche la polemica che vede un collegamento tra alcuni tipi di vaccini e la comparsa dei primi segnali di autismo, anche se questa non è una tesi riscontrabile nella realtà, perché non ci sono lavori scientifici che attestino in maniera netta e insindacabile che ci possa essere un reale pericolo di diventare autistici vaccinandosi. Tanti sono gli aspetti da considerare quando parla delle cause che ne sono alla base e nonostante esistano diverse tipologie di autismo, il quale è un disturbo neurobiologico che può presentarsi in forme più o meno gravi, sono ormai molti gli studi scientifici che dimostrano come una rigida dieta, basata su un’alimentazione controllata che escluda determinati alimenti, assicuri un netto miglioramento delle condizioni dei bambini che ne sono affetti.

L’autismo, infatti, è un disturbo complesso e multifattoriale che va a colpire la sfera sociale della persona, che ha difficoltà a interagire e relazionarsi con il mondo esterno e può essere associato a rallentamenti dello sviluppo neuromotorio del bambino. L’autismo, infatti, tende a comparire in età molto precoce ed è fondamentale riuscire a diagnosticarlo per tempo, in quanto in questi casi, cominciando immediatamente delle terapie specifiche, si può avere un netto miglioramento delle condizioni generali e dello stile di vita che può seguire il bambino, anche a lungo termine.

I sintomi dell’autismo sono diversi: il bambino appare estraniarsi dalla realtà, sembra vivere in un mondo tutto suo, non riesce a relazionarsi con i coetanei e a volte nemmeno con i genitori; sviluppa inoltre una particolare sensibilità e inizia a ripetere in modo continuativo specifici movimenti.  Anche se le cause sono ignote, si pensa che possano essere coinvolti fino a 20 geni, indicando come il problema sia insito del DNA e che, quindi, si sviluppi fin dallo sviluppo fetale.  Di conseguenza, i primi segnali dell’autismo possono essere:

  • Incapacità di fissare lo sguardo su un viso
  • Mancata reazione a stimoli uditivi diretti (come quando viene chiamato per nome)
  • Repulsione del contatto fisico
  • Difficoltà di linguaggio
  • Estraniamento dalla realtà 
  • Difficoltà motorie 
  • Isolamento sociale
  • Compie gesti ripetitivi 
  • Ipersensibilità al tatto
  • Iperattività
  • Aggressività 

Ci sono diverse teorie che indicano come il disturbo autistico abbia diretta influenza anche su quello che viene definito il secondo cervello, cioè l’intestino.  Il collegamento tra cervello e intestino, infatti, è molto forte e la maggior parte dei bambini affetti da autismo lamentano anche sia disturbi nella sfera intestinale, che forti carenze nutrizionali.  

La dieta nel bambino autistico

 

Alla luce di queste evidenze, è fondamentale fare chiarezza sul ruolo dell’alimentazione nei bambini o adulti autistici. Una dieta antinfiammatoria ha effetti benefici sull’autismo, portando a un netto miglioramento del collegamento neuronale dell’asse intestino-cervello. Questo significa che eliminando dalla propria alimentazione tutti i cibi che causano irritazione e infiammazione, si riesce a migliorare il grado di assorbimento dei principi nutritivi da parte dell’intestino e questo comporta un immediato beneficio da parte di tutti gli organi del corpo. Sintomi come aggressività e contatto visivo tendono a migliorare sensibilmente.

Gli alimenti da evitare in caso di autismo, quindi, sono principalmente i latticini e derivati. La caseina, infatti, è nociva perché altamente infiammatoria, sia per i bambini affetti da autismo grave che quelli con una forma  più lieve.  Altri elementi che rappresentano un problema sono pasta, pane e farinacei a base di frumento, per via del suo ruolo attivo nell’irritazione intestinale.  Di conseguenza, anche il glutine rappresenta un problema e deve essere eliminato, meglio scegliere fonti di cereali non raffinati come riso, orzo, quinoa, ecc. Attenzione quindi alle fonti di zuccheri che devono essere fortemente limitate.

Cibi da evitare: 

  • Latte, formaggi, besciamella, panna
  • Farina di frumento in tutte le sue derivazioni
  • Zucchero
  • Additivi artificiali

Cibi concessi: 

  • Carne
  • Pesce
  • Alcuni tipi di verdure
  • Frutta solo di stagione

Se queste sono le linee guida generiche per la dieta nell’autismo, un protocollo ancora più rigido è la dieta Gaps (Gut And Psychology Syndrome Sindrome dell’intestino e della psiche), messa a punto dalla dott.ssa Natasha Campbell e introdotta in Italia dal nutrizionista Paolo Donati, che appare più rigorosa in quanto esclude del tutto per un lasso di tempo di circa due anni qualsiasi forma di cereale (quindi nemmeno quelli non raffinati e senza glutine), legumi e tuberi, mentre auspica il consumo di yogurt o kefir come unica fonte di latticini, in quanto ricchi di probiotici. Durante questo lasso di tempo, quindi, i bambini autistici possono mangiare principalmente brodo di carne, verdure e pesce fermentato. E’ importante che gli alimenti siano cucinati in casa, nella maniera più semplice possibile. Infatti, questa dieta Gaps presenta molti elementi in comune con la dieta macrobiotica, anche se in questo caso è prevista una lenta e graduale reintroduzione degli alimenti dopo i primi due anni. I miglioramenti registrati con questa terapia sono stati notevoli ma è necessario che la dieta sia cucita addosso alla persona, ossia che rispecchi in pieno le sue necessità fisiologiche, soprattutto il base ai problemi che il bambino presenta.  Questo tipo di dieta affonda le sue origini nella Specific Carbohydrate Diet (SCD), una dieta risalente agli anni ’50 ma la versione messa a punto dalla dott.ssa Campbell è stata resa più attuale e accessibile a tutti, mostrandosi utile anche in caso di disturbi neurologici come depressione e schizofrenia.

Se, tutto sommato, può apparire semplice migliorare la situazione complessiva curando in modo adeguato l’alimentazione, purtroppo così non è perché le famiglie che hanno un bambino o un adulto autistico si trovano spesso di fronte a non poche difficoltà. Infatti le persone affette da autismo hanno spesso un brutto rapporto con il cibo, non amano sperimentare sapori nuovi, non riescono a rimanere concentrati sul pasto e si alzano di continuo, prediligono il cibo spazzatura e spesso rifiutano la verdura, con reazioni che possono, in alcuni casi, essere difficili da gestire. Ecco perché è ancora più importante cercare di intervenire quanto prima anche sull’alimentazione, cercando di far prendere abitudini corrette. In questo modo, infatti, si andrà a migliorare un piccolo tassello inserito in un quadro molto più complesso, ma che risulta fondamentale per poter ottenere un risultato valido a 360°.

Anche se la dieta Gaps merita di essere descritta in quanto ha raccolto un certo seguito negli ultimi anni, è doveroso mantenere comunque una posizione prudente, in quanto la letteratura scientifica a riguardo è ancora carente per poter parlare di un modello dietetico vincente sulla malattia. Le poche pubblicazioni che ci sono sono orientate sicuramente su un tipo di alimentazione priva di glutine e caseina ma il discorso della Gaps è ben più restrittiva, in quanto sottintende di eliminare diverse tipologie di alimenti per periodi lunghi (2 anni e più) e, trattandosi di bambini, questo diventa complesso da gestire, soprattutto se affetti da autismo, in cui ogni cambiamento non è mai semplice da affrontare.

Per approfondire il tema, una storia intensa e piena di speranza è quella di Franco e Andrea, disponibile su Amazon: “Sono graditi visi sorridenti”

Bibliografia: 

Le cause dell’autimo infantile: una dieta senza glutine e caseine può aiutare? ultima modifica: 2017-11-12T14:16:35+00:00 da Dietaok.it