Spesso si ha a che fare con analisi del sangue che riportano valori di colesterolo alto ed è comune che queste alterazioni siano da attribuirsi a cattive abitudini alimentari. Nei soggetti non trattati farmacologicamente, quindi, è fondamentale la giusta cura della dieta e il corretto stile di vita.
E’ risaputo quanto sia importante sostituire i grassi animali (come burro, strutto e salumi vari) con oli vegetali (come l’extravergine di oliva), preferire pesce e carni magre, ridurre drasticamente formaggi grassi e dolci. Di norma, si consiglia di aumentare anche il consumo di frutta, verdura e legumi e mantenere un peso vicino a quello ideale aiutandosi con l’attività fisica, mantenendo sotto controllo la pressione arteriosa e i fattori di stress.
Un alimento vegetale non molto conosciuto però, che può venire in aiuto in tal senso è il riso rosso fermentato. Esso infatti, presenta una serie di principi attivi rivolti principalmente a combattere le ipercolesterolemie lievi.
Questa varietà ha origini cinesi e si ricava dalla fermentazione del riso in presenza di un lievito, detto “Monascus Purpureus”che viene aggiunto durante la cottura con particolari erbe, secondo una ricetta per la produzione di vino rosso di riso, usato nella cucina orientale come sostitutivo dell’aceto.
In seguito, assume una colorazione rossastra e viene usato nella cucina orientale per insaporire le pietanze. La sua produzione nella medicina cinese, è stata negli anni perfezionata usando ceppi selezionati di muffe che producono una statina naturale detta monacolina k, che ha aperto poi la strada alla produzione di medicinali specifici per le ipercolesterolemie. Il riso rosso fermentato contiene anche: amido, acidi grassi, fitosteroli, isoflavoni e pigmenti naturali quali monascine e monascorubine.
Il meccanismo di funzionamento delle monacoline k prevede la loro trasformazione in una forma attiva simile alla sintetica molecola di lovastatina, la quale agisce inibendo un enzima della via biosintetica del colesterolo, chiamato HMG-Co A reduttasi, andando così a diminuire i livelli di colesterolo totale ma anche quelli del colesterolo LDL (quello cattivo) e migliorando il rapporto HDL (colesterolo buono)/LDL.
Si è visto inoltre, come l’azione della monacolina k sia molto più forte del corrispettivo creato in laboratorio, anche se il meccanismo tramite cui agisce riducendo in modo più efficace delle statine sintetiche i livelli ematici non è ancora del tutto chiaro.
Per i soggetti non trattati farmacologicamente, quindi, l’assunzione di integratori nutraceutici di questo tipo, che aiutano la riduzione del colesterolo può essere importante e spesso, tali integratori possono avere un’azione sinergica, basti pensare che questo tipo di riso agisce in modo complementare con i fitosteroli, in quanto il riso blocca la sintesi endogena di colesterolo mentre i fitosteroli, che sono anch’esse molecole vegetali, diminuiscono il suo assorbimento a livello intestinale.
E per il futuro?
Attualmente, l’interesse per il
riso rosso fermentato è rivolto anche verso altri possibili impieghi in campo medico.
Per esempio:
– In ambito oncologico dove si è visto un rallentamento dello sviluppo del tumore al polmone nel topo o nel cancro del colon o prostatico grazie alle sostanze biologicamente attive presenti in esso.
– Si è dimostrato inoltre, un possibile ruolo nel trattamento delle malattie degenerative dell’osso.
– Potrebbe, altresì, rappresentare un alimento funzionale per la prevenzione di alcune malattie degenerative come l’Alzhaimer.
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